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Comune di Lagosanto
 

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Notizie generali
Monumento del Fiocinino

Il territorio di Lagosanto, citato per la prima volta in un diploma di Ottone I del 962, fu sottoposto al dominio di Ravenna fino al 1013 quando, a seguito dell'emanazione della bolla di papa Benedetto VIII che donava all'abbazia di S. Maria di Pomposa tutto il territorio ad essa circostante, comprese la massa e la pieve Lagosanto, passò a quello di Pomposa.
Il legame che si venne a creare tra la villa di Lagosanto e il monastero è testimoniato nel 1254 dalla prima investitura, che sarà poi rinnovata ogni 29 anni, fatta dal monastero di S. Maria di Pomposa agli uomini di Lagosanto di tutto il territorio comunale e delle grandi valli Isola, Ponti e Trebba, con l'obbligo ad miliorandum et non deteriorandum, e nel 1295 dal titolo stesso degli statuti pomposiani: Statuta et Ordinamenta Insule Pomposiane et Ville Laci Santi.

Gli statuti del 1295 regolavano la vita delle comunità sottoposte all'abbazia di Pomposa: Codigoro, Mezzogoro, Massenzatica, Lagosanto e Ostellato. Il podestà, risiedente a Codigoro, di nomina abbaziale, amministrava la giustizia. I cavarzellani, uno per ogni villa, restavano in carica un anno ed avevano il compito di provvedere all'amministrazione della vita della comunità; i consiliarii, nominati dal cavarzellano, dal nunzio del monastero e dai consiliarii uscenti, scelti fra gli uomini più autorevoli della comunità, avevano il compito di assistere il cavarzellano e di controllare il suo operato; i massari, avevano il compito di amministrare i beni del monastero, di riscuotere le rendite e di provvedere alle spese e di sottoscrivere gli atti pubblici; i saltari vigilavano sulle campagne e i giurati avevano il compito di verificare lo stato delle vie pubbliche.
La Comunità di Lagosanto in età medievale, come ricorda G. Tagliatti, aveva ricevuto dal monastero di Pomposa il possesso delle sue valli e terre, ad essa versava una parte delle sue risorse, faceva parte della sua giurisdizione, aveva tratto dagli Statuta le norme regolatrici del suo vivere civile, ad esso ancora era legato da vincoli canonici, in quanto per alcuni secoli, spettò a Pomposa la nomina dello stesso parroco laghese, mentre al vescovo di Comacchio era riservato il solo rito dell'investitura 1 , la vita della comunità di Lagosanto risultava pertanto inscindibilmente legata al monastero di S. Maria di Pomposa.
E' tra la tarda età medievale e la prima età moderna che sembra consolidarsi il comune di Lagosanto, in relazione all'assorbimento del monastero benedettino nell'orbita estense, che porterà nel 1492 alla istituzione della Prepositura di Pomposa, e al trasferimento dei monaci presso il monastero di S. Benedetto di Ferrara.

Durante il periodo pontificio (1598-1796) la comunità di Lagosanto, unitamente alle altre comunità in origine sottoposte al monastero di S. Maria di Pomposa, fu inglobata nel governatorato di Codigoro. Il Governatore di Codigoro doveva infatti essere presente a tutte le riunioni del Consiglio della Comunità, composto da 12 consiglieri, scelti, come per il passato, fra gli uomini più autorevoli della comunità. Accanto al Consiglio della Comunità rimase in vigore fino al sex. XVIII l'Università di Lagosanto, ossia il consiglio della comunità convocato con l'intervento di tutti i capifamiglia. La comunità era retta da un massaro, da un sottomassaro e da due consoli. Dal consiglio erano eletti anche due estimatori di campagna, due deputati sopra le strade, due deputati sopra il fuoco, il massaro di S. Giancinto, il massaro di S. Venanzio e il massaro delle Anime del Purgatorio.

Il territorio della comunità era costituito dalle valli ottenute con la concessione del 1254: le valli minori Sabbionchi, Mandura, Corno di Cervo, Bosco, Oppio e Poazzo e le valli maggiori Isola, Ponti e Trebba e dai dossi che emergevano dalle acque vallive. Le valli minori restarono in uso alla comunità sino alla fine del sec. XVII, mentre le grandi valli furono affittate a partire dal 1463 agli Estensi e nel 1598, a seguito della Devoluzione, furono accorpate dalla Reverenda Camera Apostolica, pur continuando il pagamento di un canone ricognitorio alla comunità di Lagosanto, all'appalto delle Valli di Comacchio.
Il territorio della comunità, costituito da terreni vallivi e da pochi dossi emersi coltivati, fu oggetto di lunghe controversie legali, di cui nell'archivio comunale è rimasta documentazione essenziale per la storia del territorio. Le cause riguardavano la progressiva perdita di diritti sulle sue valli da parte della comunità di Lagosanto in ragione dell'uso concesso agli appaltatori delle Valli di Comacchio delle grandi valli laghesi Isola, Ponti e Trebba dalla Reverenda Camera Apostolica a partire dal 1598 e in ragione dell'incameramento delle valli minori, voluto sempre dalla Camera Apostolica, nel 1689. La vendita, con rogito Gilletti dell'11 luglio 1797, al comune di Comacchio da parte della Repubblica Francese di tutte le valli comprese nell'appalto delle Valli di Comacchio, e quindi anche delle valli laghesi, comportò la fiera opposizione degli abitanti di Lagosanto, che videro legalmente riconosciute le loro ragioni nel lodo Crepi del 1801 e nella successiva transazione del 27 settembre 1808, in cui alla comunità di Lagosanto, in forza della investitura del 1254, venne riconosciuto il possesso delle valli maggiori e minori. Le valli laghesi di fatto restarono però unite alle Valli di Comacchio, con l'obbligo per il comune lagunare di corrispondere alla comunità di Lagosanto una somma annuale a titolo di affitto. Agli abitanti di Lagosanto venne riconosciuto il diritto di fiocinare nelle valli Isola, Ponti e Trebba, di raccogliere il pesce morto, di cacciare e di utilizzare i pascoli dei dossi vallivi.
Solo la bonifica delle valli e la loro trasformazione in terreni agricoli pose fine all'inizio del sec. XX alle secolari controversie per il possesso e l'uso delle valli.

Torre dell'Orologio

Bibliografia storica

D. Lorenzini, Storia della controversia giuridica delle valli laghesi, Lagosanto, 1911

G. Guidetti, Storia sulla proprietà delle valli di Lagosanto, Minerbio, 1920

E. Salandra, Parere sulla vertenza tra il Comune di Lagosanto e il Comune di Comacchio per le valli Isola, Ponti e Trebba, s. l., 1920

A. Samaritani, Statuta Pomposiae dell'anno 1295 e del 1338-83, Rovigo, 1958

R. Trifone, Statuta et ordinamenta Insule Pomposiane et Villa Laci Sancti, Napoli, 1960

A. Samaritani, Panorama di storia religiosa laghese, Codigoro, 1962

G. Tagliatti, Lagosanto. Lineamenti storici, Codigoro, 1966

G. Tagliatti, Lagosanto nel Risorgimento (1815-1870), Codigoro, 1970

G. Bertarelli, G. Turri, Famiglie antiche di Lagosanto, Ferrara, 1989

G. Tagliatti, Lacus Sanctus, Codigoro, 1996





Bibliografia archivistica
Archivi storici in Emilia Romagna, a cura di G. Rabotti, Bologna, 1991


1 G.Tagliatti, Lagosanto. Lineamenti storici, Codigoro 1996, p. 50
 
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ultima modifica: 29-03-2012
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