La diocesi di Ferrara (fine VIII-inizio IX sec.), succeduta a quella di Voghenza (sec. V), diviene sede arcivescovile nel 1735.
Il 30 settembre 1986 unisce pienamente la sede di Comacchio ed assume la nuova denominazione di Ferrara-Comacchio.
La prima menzione dell'archivio della Chiesa ferrarese risale al 955, quando il vescovo Martino afferma di avere fatto ricerche con il suo clero "in Arcivo Sancte nostre Ferrariensis ecclesie" e di non avere trovato "nullas monitiones cartarum" a proposito della massa di Copparo, pretesa da Ravenna. Per i secoli XIV e XV si conoscono interventi vescovili relativamente ai notai di Curia. Alcuni sinodi post-tridentini, in particolare per iniziativa dei vescovi Giovanni Fontana (+ 1611) e Giovanni Battista Leni (+ 1628), danno precise indicazioni circa la tenuta dei registri parrocchiali, battesimali e matrimoniali in particolare. Dell'ordinamento dell'archivio nel 1631 siamo informati da un Index universalis che offre un titolario di oltre quaranta voci.

Interno di un ambiente (avanti il riordino del 1987)
Attualmente all'Archivio storico diocesano afferiscono l'Archivio della Curia Arcivescovile, l'Archivio della Mensa Arcivescovile, l'Archivio dei residui ecclesiastici (vale a dire quello delle corporazioni religiose soppresse in epoca napoleonica, che comprende 136 fondi archivistici) e diversi fondi minori.
Presso questi archivi espletarono ricerche numerosi storici, tra i quali si ricordano Marco Antonio Guarini, Giuseppe Antenore Scalabrini, Ludovico Antonio Muratori, Lorenzo Barotti, Giuseppe Manini Ferranti, Paul Fridolin Kehr.
Numerose pubblicazioni, tra le quali si ricordano i volumi di "Analecta Pomposiana", offrono i risultati di una intensa ricerca condotta sul materiale archivistico messo a disposizione degli studiosi, mentre è in corso il riordino e l’inventariazione generale di tutti i complessi archivistici secondo il progetto
CEI-Ar.
Fondi archivistici relativi alla Chiesa Ferrarese conservati in altra sede
Documentazione riguardante la diocesi di Ferrara e le sue varie istituzioni si trova a Ferrara presso il Seminario arcivescovile ed anche nell'Archivio storico comunale, nell'Archivio di stato, nella Biblioteca comunale Ariostea, nella Biblioteca della Cassa di Risparmio e nell'archivio parrocchiale di Trecenta. Altro materiale si trova pure negli Archivi di stato di Bologna, Modena, Forlì, Venezia, Padova, Milano e Roma; nella sezione dell'Archivio di stato di Montecassino si trova il codice diplomatico pomposiano (8 voll., secc. XVI-XVIII). Altra documentazione è anche presso la Biblioteca universitaria ed estense di Modena. Notizie precise sul materiale esistente nelle sedi menzionate si possono ricevere direttamente in archivio.
Inventari e strumenti di ricerca
Molti fondi dispongono di inventari particolari, coevi o moderni. Tra quelli più generali si segnalano i Repertori degli Atti di Curia, il Repertorio generale degli Archivi dei Residui di P.Garvagni (1825), i Regesti di pergamene di Archivi Ecclesiastici Ferraresi di A. Franceschini (1980), la serie dei "Catastri" dell'Archivio arcivescovile di Ferrara (parte I voll. I-XXV), di B.Callegari.
Dati complessivi di consistenza: unità archivistiche ca. 6680 (820-sec. XX)